PET (Tecnica Energetica Provocativa) nasce nel 1970 dall'intuizione di uno psicoterapeuta americano, Frank Farelly, e diffusa in vari stati del mondo da due suoi allievi - e anch'essi psicoterapeuti - australiani, David Lake e Steve Wells, allievi di Farelly, che hanno rivisitato e "addolcito" la Tecnica negli anni 2000 e con i quali mi sono formata dal 2011 al 2019.

La provocazione è ciò che la mente non si aspetta.

 

Di fronte a un momento di stallo, ci aspetteremmo appoggio consolatorio, parole buone che rinforzino ciò che già crediamo, cioè che le cose non stanno andando come vorremmo. Vorremmo fossero avallati dal nostro interlocutore le nostre emozioni e il nostro sguardo su ciò che riproviamo.

 

Ma, contrariamente a ciò che pensiamo, ciò non produrrebbe alcun risultato positivo, non ci stimolerebbe a cercare soluzioni alla situazione, piuttosto manterrebbe allo stesso livello la nostra batteria scarica.

 

La provocazione, opportunamente applicata, è ciò che permette invece di rimettere rapidamente in moto il nostro Sistema, è lo stimolo amorevole, ma deciso, che ci fa rialzare ed agire, spostando l'attenzione dal problema alle possibili strategie per superarlo.